Cinema

Tarantino star de La Croisette

Tarantino star de La Croisette

E' Quentin Tarantino la star del Festival, durante la giornata di martedì. Il regista - già Palma d'oro per Pulp fiction - è sbarcato sulla Croisette per presentare, in concorso, lo splatter (con annessi inseguimenti) di Death proof, altra storia di vendetta al femminile dopo Kill Bill, nonché esplicito omaggio ai B movie anni Settanta. Una pellicola uscita negli Usa abbinata a Planet Terror di Robert Rodriguez, col titolo Grindhouse. Ma senza alcun successo. E così, ora, il regista cerca il riscatto sui mercati europei, sull'onda della vetrina di Cannes. In cui lui si presenta accompagnato dal protagonista maschile, Kurt Russell, e da quattro belle interpreti: Rosario Dawson, Zoe Bell, Rose McGowan e Tracie Thoms. Ma, alla proiezione per la stampa, la reazione non è stata univoca: applausi, fischi, risate. Mentre applausi e commozione hanno accolto un'altra pellicola in concorso, Le scaphandre et le papillon, diretta da Julian Schnabel. Effetto Tarantino. Riflettori puntati tutti su di lui, come da copione. In conferenza stampa, una giornalista kazaka gli dice: "Grazie a nome di tutte le donne, per averci tolto la paura". In riferimento alle eroine molto guerriere e combattive dei Kill Bill e di questo film. Risponde Quentin: "Non è una novità la vendetta delle donne nei film asiatici e cinesi, ma anche in quelli di serie B americani a cui mi sono ispirato per Death Proof. Solo che nei film asiatici l'arma era il machete o il coltello, io invece ho usato come arma un'automobile". Il film, infatti, è tutto a base di sangue e inseguimenti d'auto, con protagonista un torbidissimo assassino, stuntman che invita a bordo le donne per poi spaccar loro il cranio. "Certo, sono un fan dei vecchi film di serie B - spiega il regista - ma qui ho cercato, oltre che seguire le rigide regole dello splatter, di proporre anche un mio modo, un mio stile". Segue il consueto omaggio al "western all'italiana, che amo molto e che mi ha ispirato". Quentin Tarantino sulla Croisette Effetto Schnabel. Pittore di professione, occasionalmente regista, Julian Schnabel convince la platea del festival con Le scaphandre et le papillon: storia vera di Jean Dominique Bauby, caporedattore di Elle France, rimasto completamente paralizzato a 43 anni, tranne che all'occhio sinistro; e morto dopo cinque anni di immobilità. "Ho deciso di fare questo film - ha spiegato l'autore - dopo aver conosciuto a casa di Andy Warhol un artista, Fred Hughes, che soffriva di sclerosi multipla. Quando si è aggravato in ospedale mi ha donato il libro di Bauby per farmi capire come ci si può sentire". Il ruolo era stato pensato per Johhny Depp, che però era impegnato coi Pirati dei Caraibi: al suo posto, il francese Mathieu Amalric. Effetto cartoon. Tra le opere di scena oggi merita senz'altro una segnalazione Persepolis, film animato in bianco e nero realizzato da un'artista iraniana non ancora quarantenne, Marjane Satrapi, autrice dell'omonimo libro biografico a fumetti. Un film, diretto da Vincent Peronnaud, che mostra come si può essere ironici pur indossando il chador e raccontando le tragedie del regime islamico, le discriminazioni verso le donne. Teheran ha protestato ufficialmente con la Francia per la presentazione al festival del film, definito come "una manovra anti-iraniana". Effetto Scorsese. Tra gli ospiti eccellenti della giornata anche Martin Scorsese, fresco di Oscar per The Departed. Il regista ha presentato la sua World Cinema Foundation, per preservare l'immenso patrimonio della settima arte.